riprendiamoci ilContemporaneo

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(non più online da aprile 2011)

riflessioni, polemiche e proposte di ARTE CONTEMPORANEA

in linea dal  01/02/2011

Codice ISSN 2239-0235         pagina principale      intervieni anche tu      chi siamo

Ultimo aggiornamento al  14/04/2011  


COSA VOGLIAMO DIRE E FARE
Raccogliere il disagio di artisti e pubblico reagendo alle cattive pratiche dell'arte contemporanea

Ogni forma e opera artistica d'oggi, se di qualità e di senso autentici, possiede dignità estetica. E merita dunque di dialogare con la sensibilità del pubblico e con l'immaginario collettivo dei nostri tempi. Merita di chiamarsi arte contemporanea alla pari delle tendenze oggi dominanti.
Invece il pensiero unico ha riempito e riempie in questi anni chilometri di biennali e istituzioni, musei e luoghi d'evento solo con video, installazioni, dipinti e segni ispirati tutti a un medesimo conformismo, frutto di un combinato di poetiche sostanzialmente evasive e/o effimere.
Tranne poche segnalate presenze, la massa di tali opere costituisce una vuota modulazione ripetitiva, un nuovo manierismo accademico di decadenza valoriale, cui la cultura contemporanea partecipa scarsamente e che il grande pubblico assorbe passivamente.
E l'immaginario collettivo, in assenza di proposte più sofisticate e pertinenti, viene occupato esclusivamente e massivamente dalle ricette della grande industria culturale dell'intrattenimento.
L'esprit du temps manque d'esprit...

Di questi giudizi polemici dobbiamo farci promotori in ogni sede, dobbiamo persuaderne gli operatori decisionali del nostro settore, investirne l'opinione pubblica.
Slegare il concetto di contemporaneo dalla mera scelta formale, ricollegarlo al valore estetico dell'opera significherà contribuire a sbloccare l'universo delle istituzioni artistiche italiane, sia pubbliche che private, oggi ingolfate dall'orientamento prevalente.
Significherà bruciare gli alibi e le cattive pratiche della grande maggioranza degli  amministratori, assessori, direttori, curatori, divulgatori, operatori ecc. da anni passivamente spalmati sull'acquiescenza all'effimero della moda più recente.
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CONTINUIAMO COSI'
Sono trascorsi  due mesi dall'apertura e una iniziativa di "nicchia" come questa supera ormai le 1000 visite reali.  (leggi ancora...)


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GLI INTERVENTI IN
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VARREBBE LA PENA PROVARCI?
Oltre a quella di diventare rivista online, sta nascendo un'altra proposta operativa che in qualche modo concretizza le riflessioni tenute fino ad ora…
Di che si tratta? Su questo è importante che ognuno dia qui – da subito – il contributo della propria opinione mandandoci idee, critiche costruttive, consigli.
Cominciamo infatti a pensare, ora, al lancio possibile di una iniziativa periodica. Immaginiamo una iniziativa di mostra e di dibattito, un momento collettivo organizzato tra riflessione, esibizione e piacere d’arte, che diventi una scadenza di lavoro ma anche un segnale forte, un incontro voluto come simbolo incisivo, come segno d’identità nelle differenze, da spendere verso l’immaginario collettivo, la sensibilità e la curiosità del grande pubblico.
Inventiamoci un appuntamento (annuale, biennale?) che ci riunisca tutti, che mostri al nostro ambiente e alla gente la qualità delle cose di cui parliamo, le ragioni dei giudizi che abbiamo dato, le situazioni che abbiamo evocato.
L’arte contemporanea, per noi, è qualcosa di molto più ricco e più articolato di quanto non sia ammesso dall’ideologia estetica oggi largamente prevalente nelle Istituzioni e corporazioni del settore. E allora mostriamola senza ambiguità questa ricchezza plurale di figurazioni che l’attuale concetto di contemporaneo tende costantemente a ignorare. Mostriamola finalmente e periodicamente in un suo spazio speciale, con un taglio mirato e specifico, senza confonderla in un indifferenziato pluralismo. Concentriamo sulle sue qualità più alte e più diverse l’attenzione del pubblico.
C’è stato un tempo della modernità in cui gli artisti si sono inventati i Salons per reagire in autonomia e autogestione all’imperio dell’accademismo e al monopolio di un’arte pompieristica e modaiola. Se oggi inventassimo (e costruissimo) il Salone contemporaneo delle figurazioni?
Se, in giro per l’Italia e nelle nostre relazioni personali, cercassimo e investissimo interlocutori istituzionali, imprenditori, collezionisti sensibili, per convincerli del progetto, per aiutarci con le necessarie risorse?
Potremmo mettere assieme un gruppo operativo, una squadra di azione e lavoro per dare corpo d’opere e di suggestioni alle ragioni dei nostri entusiasmi e delle nostre polemiche, agli argomenti dei nostri gusti, al senso dei nostri disgusti.
Varrebbe la pena provarci.


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