dicembre 2024
QUALCHE BREVE
CONSIDERAZIONE
di Gino Gini
L’ARTE
è
LAVORO
–
L’ARTE
è
POLITICA
–
L’ARTE
è
UTOPIA
–
L’ARTE
è
MESTIERE - L’ARTE è SOCIETA’ – L’ARTE è INVENZIONE…..
Ecco
alcuni
slogan
che
appartengono
ad
enunciati
lungamente
dibattuti negli anni Settanta.
Oggi
l’asse
della
discussione
si
sofferma
su
Il
MERCATO
dell’ARTE
–
L’ARTE è FINANZA.
Sono
‘cose’
che
tutti
noi
conosciamo:
è
la
logica
conseguenza
di
una
economia globale onnivora che tutto trasforma in merce.
Che Fare?
In
questa
società
liquida
che
ci
avvolge
ogni
cambiamento
viene
assorbito in totale sudditanza.
Che Fare?
Isolarsi,
inserirsi,
ribellarsi,
adeguarsi?
Ognuno
reagisce
a
seconda
delle
proprie
esigenze
personali.
Non
esiste
una
situazione dove apparentarsi. Si cammina sparsi, ognuno per sé.
Che Fare?
Alcuni
si
dedicano
all’arte
come
dei
monaci:
fare
per
esistere,
fare
per
necessità
propria,
fare
come
regola
di
vita,
fare
come
ricerca
esistenziale.
Ciò
non
toglie
che
siano
attivi
anche
attraverso
mostre
e
partecipino
con
continuità
al
mondo
dell’arte.
Altri
lavorano
soprattutto
per
entrare
nel
mercato
dell’arte.
Un
lavoro
continuo
che
dovrà
avere
quale
base
la
riconoscibilità
estetica,
in
modo
da
non
porre
alcun
dubbio
sulla
provenienza
dell’opera, pena l’esclusione.
Sono pensieri che conosciamo tutti.
NO.
Una novità c’è.
Qualche
tempo
fa,
forse
anni,
ho
letto
casualmente
su
una
rivista
d’arte una sorta di Manifesto che in sintesi della sintesi recitava così:
Si
propone
ai
pittori
un
contratto
affinché
non
dipingano
più.
In
cambio
avranno
un
vitalizio
o
in
alternativa
un
lavoro
ben
retribuito.
Tale
contratto
prevede
la
distruzione
di
tutti
i
propri
dipinti,
dei
materiali,
dei
cataloghi,
dei
curriculum,
delle
foto…
Insomma
non
deve
rimanere
alcuna traccia del proprio passato artistico .
Naturalmente
quanto
proposto
è
ironico
e
provocatorio,
purtuttavia
può essere ombra del vero. È una strategia finanziaria?
Ad ognuno le proprie considerazioni.