Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Qui trovi i numeri pregressi Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Leggi... Aspetto il tuo intervento... Torna alla pagina principale... INTERVENTI Un’opinione di Giorgio Seveso Il pulsante AGGIORNA Clicca spesso il pulsante Aggiorna del tuo navigatore per essere certo di vedere i testi aggiunti dalla tua ultima visita SOMMARIO   RIFLESSIONI, POLEMICHE, PROPOSTE DI ARTE CONTEMPORANEA                                                                      Il licenziamento di Boeri da parte del sindaco Pisapia Milano e l’assessore alla cultura Cambia la persona o cambia l’impostazione/imposizione culturale? Dirò subito una cosa. Non ho ragionevolmente la minima idea del perché Pisapia abbia licenziato l'assessore alla cultura Boeri, né credo che qualcuno a Milano - al di fuori dei più stretti "addetti ai lavori" - davvero possa dire di conoscerne le reali ragioni. A volte, evidentemente, la trasparenza difetta anche ai migliori. Ciò malgrado - è bene dire subito anche questo - la mia personale fiducia nei confronti di  Pisapia e delle sue idee di governo della città rimane immutata, anche perché - pure questo va detto - personalmente non vedo credibili alternative "di progresso" in altri schieramenti o altri orientamenti. E dunque, malgrado l'opacità di fondo nelle motivazioni per un rimpasto di questa misura, lo condivido a prescindere. E tanto più lo condivido quanto più sono (e sono stato) convintamente critico nei confronti delle iniziative di Boeri sul piano della politica per le arti visive del Comune, da quando ne aveva assunto l'incarico l'anno scorso e da quando, poche settimane dopo, aveva dato il la all'intonazione del suo atteggiamento nel merito, operando per l'accoglimento del pruriginoso dono alla città della scultura del "Dito" da parte dell'arti-star  Maurizio Cattelan (che aveva dichiarato, con spirito disinteressato: "O me la mettete nella piazza davanti alla Borsa o me la riprendo, e mi pagate le spese del trasporto"!). Con l'insediamento di Boeri alla Cultura, difatti, non è stato un progetto a entrare nelle iniziative dell’assessorato quanto, invece, una sorta di vera e propria "ideologia" dell'arte contemporanea: una ideologia del nuovo per il nuovo, dell'esotico e dell'esterofilo, del pensiero unico oggi dominante sul piano della pratica d'arte. In buona sostanza, di una idea d'arte contrapposta a tutte le altre oggi presenti, una idea totalitaria, che fatalmente e per definizione rifiuta tutto ciò che è a lei contemporaneo ma diverso, che disprezza chi non ne segue i precetti, i riti salottieri, i linguaggi, le mode e le gerarchie. Un’idea di arte, insomma, che rifiuta chi non si omologa. Per Boeri e per la sua visione dell'arte, evidentemente, tutto ciò che non si mostra "schierato" dalla parte di un certo tipo di linguaggio contemporaneo (vera e propria accademia di una penosa avanguardia di se stessa, sulla quale speculano allegramente da decenni finanzieri d'assalto e snobismi di varia natura) non merita di entrare nelle cure dell'assessorato, come ad esempio è accaduto per la grande mostra, annunciata e poi da lui rigettata, da dedicare ai cento anni della nascita di Ennio Morlotti. Non per nulla la sua prima mossa era stata quella di chiamare presso di sé, come consulente di fiducia, Francesco Bonami, con la sua ben nota, provinciale, sviscerata ammirazione per tutto ciò che è “internazionale” e soprattutto anglofono. Ora, credo si sia tutti d'accordo sul fatto che il ruolo di un Ente pubblico in materia di arte e di iniziative per la cultura visiva (specialmente un Comune) non può certo essere quello di "schierarsi", di prendere partito a favore o contro questa o quella posizione nell'ambito del dibattito culturale in atto. Ma, semmai, di darne ragione, fornendo adeguate occasioni e argomenti di confronto all'interno del dibattito stesso. Proponendo al pubblico, insomma, un vero e prestigioso servizio culturale, informazione e approfondimento sopra le parti, all’altezza dei problemi.  Speriamo che il prossimo assessore alla cultura sia dello stesso avviso. Giorgio Seveso Critico d’arte e giornalista, vive e opera a Milano. E’ nato a Sanremo nel 1944. riContemporaneo.org (in ordine di arrivo) Questo numero è online dal 15 gennaio 2013 / Ultimo aggiornamento: 15 aprile  2013 L'ex assessore alla cultura Stefano Boeri Il sindaco Giuliano Pisapia La scultura di Maurizio Cattelan TOP