Novembre 2022
UNA PRESENZA
ORGANICA CHIAMATA
DIUTOP…
di Gabriella Benedini
Caro
Giorgio
Seveso,
ti
rispondo
scrivendo
di
un
filmato
che
si
trova
in
mostra
proprio
in
queste
settimane
alle
Gallerie
d’
Italia,
si intitola Diutop.
All’inizio
degli
anni
70
ho
dato
forma
a
una
grande
scultura
gonfiabile
in
PVC
quasi
trasparente:
una
strana
creatura
che
suggeriva
una
presenza
organica
che
ho
chiamato
DIUTOP
che
vuol dire il giorno di Utopia.
E’
la
realizzazione
di
un
grande
embrione
immaginato,
pensato,
disegnato
più
volte
nella
mia
solitudine
e
saldato
con
l’aiuto
di
Mazzucchelli.
Alla
fine
è
stato
esposto
a
Palazzo
dei
Diamanti
a
Ferrara
quando
il
direttore
era
Franco
Farina
,
occupava
l’
intero
salone:
era
sospeso
trasversalmente
e
respirava,
avrebbe
potuto
essere
l’immagine
di
un
sentire
primigenio
che
è
dentro
ciascuno
di
noi
ma
anche
un
suo
destino,
un
approdo
futuribile dopo di noi.
In
seguito
ne
ho
fatto
un
filmato
con
la
mia
modestissima
superotto in bianco e nero.
E’
stato
pronto
nel
1975
e
subito
è
entrato
nel
circuito
di
film
sperimentali
di
artisti.
Ne
hanno
scritto
Vittorio
Fagone
e
Angela
Madesani.
Ho
parlato
di
approdo
futuribile
perché
l’ho
fatto
nascere
dal
mare
scegliendo
la
spiaggia
calcificata
di
Rosignano
Solvay,
dove
tutto
è
lunare
a
causa
della
lavorazione
della
soda,
e
l’ho
fatto
proseguire
nel
suo
solitario
viaggio
attraverso
un
mondo
di
silenzi
dove
incontra
solo
desolazione
e
disastri
ambientali dovuti alla scriteriata attività di noi umani.
Il
film
finisce
quando
Diutop
incontra
una
fumante
discarica
urbana
sorvolata
da
un
volo
drammatico
di
gabbiani.
Sarebbe
piaciuto a Greta Thunberg.
Vedi il video…