numero

| © blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso  dal 2011   |    Codice ISSN 2239-0235 |

Ottobre 2022

ALLA RICERCA DEL

PETTINE

di Carlo Catiri “Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c’è il pettine”. ( Leonardo Sciascia ) Tutti noi sappiamo che i proverbi sono spesso una manifestazione della cultura popolare che si caratterizza nel tramandare oralmente di generazione in generazione la propria saggezza. Sono proprio le frasi fatte e stereotipe che più facilmente vengono ricordate e che più agevolmente vengono ripetute. Nel tempo si costruisce così quel complesso di esperienze, sedimentate nella memoria e quel patrimonio di nozioni e di abitudini, che formano il tessuto connettivo del vivere e del sapere quotidiano. Ancora all’inizio del novecento in Europa il tasso di alfabetizzazione era molto basso e la scrittura poteva considerarsi ancora un sistema di comunicazione elitaria riservata alle sole classi dominanti. Solo con lo svilupparsi della cosiddetta cultura di massa e la successiva e contemporanea comunicazione globalizzata possiamo affermare che il panorama è radicalmente cambiato, trasformando profondamente molte consuetudini consolidate da secoli e mettendo in crisi l’identità sociale di ciascuno, consegnandoci di conseguenza un presente confuso e senza radici. Detto questo risulta evidente che per avere una sensibilità consapevole sui terribili fatti che ci circondano dobbiamo recuperare quella coscienza di che da sola può permettere una chiara lettura del quotidiano e collegarlo in una dimensione universale con i grandi problemi del tempo e della vita. Alla ricerca del pettine che sveli in tutta evidenza quei nodi come manifestazione terribile del baratro in cui ci stiamo vorticosamente buttando. Solo così la guerra che genera morte, la malattia che contagia la salute e l’inquinamento che divora il pianeta si vedranno in tutta la loro sconsideratezza. Osservare però non è sufficiente. Non è più il momento di discutere, valutare e pianificare. I nodi sono così ingruppati e avviluppati che solo un colpo deciso e radicale può sciogliere questo malefico intreccio gordiano. Usciamo dalla metafora e tentiamo insieme di ricostruire quella capacità di affrontare i problemi che solo una società civile ed evoluta può risolvere. Abbandoniamo l’oblio che ci caratterizza e l’indifferenza che ci immobilizza. Può l’Arte aiutare in tutta questa confusione? Non sono certo le manifestazioni scontate e sconsiderate fatte in questi giorni da sedicenti ambientalisti contro opere d’arte del passato, solo perché ciò può fare notizia, che possono portare messaggi costruttivi e di indirizzo comportamentale concreto. Queste performance semmai insegnano solo disprezzo, volgarità e degrado. Forse allora erano più graffianti le provocazioni di Duchamp e Dalì volte a scardinare il mito convenzionale del potere delle immagini. Abbiamo invece detto più volte che solo la ricerca del bello, intesa come strada maestra da seguire, potrebbe avvicinarci a quei comportamenti virtuosi di cui tanto abbiamo bisogno per salvare la vita del pianeta. Arte libera da logori e sterili significati intellettualistici, slegata dalle consuetudini del mercato ma impegnata in una sincera ricerca della verità espressiva. Dobbiamo provarci! Questa è la sfida per ritrovare l’unione che fa la forza ”.

riContemporaneo.org | opinioni, polemiche, proposte sull’arte contemporanea

7 Carlo Catiri  Insegnante, pittore e critico d’arte, nasce nel 1953 a Milano, dove vive e lavora. Attento e sensibile conoscitore dell’arte, affianca a queste attività culturali la sua ricerca pittorica Carlo Catiri - Nodo gordiano - 2022 - matita su carta - cm20x20

polemiche e proposte sull’arte contemporanea

7 Carlo Catiri  Insegnante, pittore e critico d’arte, nasce nel 1953 a Milano, dove vive e lavora. Attento e sensibile conoscitore dell’arte, affianca a queste attività culturali la sua ricerca pittorica

Ottobre 2022

ALLA RICERCA DEL

PETTINE

di Carlo Catiri “Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c’è il pettine”. ( Leonardo Sciascia ) Tutti noi sappiamo che i proverbi sono spesso una manifestazione della cultura popolare che si caratterizza nel tramandare oralmente di generazione in generazione la propria saggezza. Sono proprio le frasi fatte e stereotipe che più facilmente vengono ricordate e che più agevolmente vengono ripetute. Nel tempo si costruisce così quel complesso di esperienze, sedimentate nella memoria e quel patrimonio di nozioni e di abitudini, che formano il tessuto connettivo del vivere e del sapere quotidiano. Ancora all’inizio del novecento in Europa il tasso di alfabetizzazione era molto basso e la scrittura poteva considerarsi ancora un sistema di comunicazione elitaria riservata alle sole classi dominanti. Solo con lo svilupparsi della cosiddetta cultura di massa e la successiva e contemporanea comunicazione globalizzata possiamo affermare che il panorama è radicalmente cambiato, trasformando profondamente molte consuetudini consolidate da secoli e mettendo in crisi l’identità sociale di ciascuno, consegnandoci di conseguenza un presente confuso e senza radici. Detto questo risulta evidente che per avere una sensibilità consapevole sui terribili fatti che ci circondano dobbiamo recuperare quella coscienza di che da sola può permettere una chiara lettura del quotidiano e collegarlo in una dimensione universale con i grandi problemi del tempo e della vita. Alla ricerca del pettine che sveli in tutta evidenza quei nodi come manifestazione terribile del baratro in cui ci stiamo vorticosamente buttando. Solo così la guerra che genera morte, la malattia che contagia la salute e l’inquinamento che divora il pianeta si vedranno in tutta la loro sconsideratezza. Osservare però non è sufficiente. Non è più il momento di discutere, valutare e pianificare. I nodi sono così ingruppati e avviluppati che solo un colpo deciso e radicale può sciogliere questo malefico intreccio gordiano. Usciamo dalla metafora e tentiamo insieme di ricostruire quella capacità di affrontare i problemi che solo una società civile ed evoluta può risolvere. Abbandoniamo l’oblio che ci caratterizza e l’indifferenza che ci immobilizza. Può l’Arte aiutare in tutta questa confusione? Non sono certo le manifestazioni scontate e sconsiderate fatte in questi giorni da sedicenti ambientalisti contro opere d’arte del passato, solo perché ciò può fare notizia, che possono portare messaggi costruttivi e di indirizzo comportamentale concreto. Queste performance semmai insegnano solo disprezzo, volgarità e degrado. Forse allora erano più graffianti le provocazioni di Duchamp e Dalì volte a scardinare il mito convenzionale del potere delle immagini. Abbiamo invece detto più volte che solo la ricerca del bello, intesa come strada maestra da seguire, potrebbe avvicinarci a quei comportamenti virtuosi di cui tanto abbiamo bisogno per salvare la vita del pianeta. Arte libera da logori e sterili significati intellettualistici, slegata dalle consuetudini del mercato ma impegnata in una sincera ricerca della verità espressiva. Dobbiamo provarci! Questa è la sfida per ritrovare “ l’unione che fa la forza ”.
Carlo Catiri - Nodo gordiano - 2022 - matita su carta - cm20x20