novembre 2022
LA PANCIA DELLA MIA
GATTA E I SUOI NODI
di Adelio Fusé
“Tutti
i
nodi
vengono
al
pettine”,
dice
il
proverbio.
Sarà
vero?
C’è
qualcosa
di
fideistico
in
questo
detto
popolare
che
assicura
il
ripristino
della
giustizia
dopo
le
malefatte
commesse
da
altri,
benché
la
convinzione
qui
espressa
sia
attenuata
dall’ironia
tipica
dei
proverbi.
Rapportato
invece
a
un’azione
ancora
da
compiere,
il
proverbio
contiene
un
principio
dissuasivo
(se
nei
comportamenti
non
ci
si
attiene
a
determinate
norme
morali
si
pagheranno
poi
le
conseguenze).
Ma
la
certezza
che
i
nodi
siano
destinati
a
venire
al
pettine
ha
mai
funzionato
come
deterrente?
Ricordo
il
monito
che
sempre
accompagnava
le
costrittive
lezioni
di
catechismo:
“Attento!
Dio
ti
vede!”.
La
minaccia
di
quell’occhio
che
poteva
scovarci
dappertutto
poteva
impressionare
lì
per
lì,
ma
tutto
sommato
i
suoi
effetti
non
erano
così
dirompenti
sui
nostri
comportamenti.
D’altra
parte
l’andamento
della
Storia
dimostra
che
il
tribunale
supremo
divino, inteso come deterrente, non ha ottenuto grandi risultati.
I
nodi
che
vengono
o
dovrebbero
venire
al
pettine
sono
come
gli
scheletri
nell’armadio.
Ciò
che
non
si
deve
sapere.
Il
rimosso.
L’occultato.
Salendo
su
su,
di
gradino
in
gradino,
i
segreti
di
Stato
che
coincidono
con
la
ragione
di
Stato.
In
fondo
in
una
singola
vicenda
esistenziale
come
in
quella
di
una
società,
nelle
decisioni
e
negli
eventi
che
hanno
fatto
la
Storia
l’invisibile
–
ciò
che
sta
dietro,
il
retroscena,
il
segreto,
anche
svincolati
da
ciò
che
è
torbido
e
dal
giocare
sporco
o
a
tradimento
–
è
quantitativamente
superiore al visibile.
Il
mistero
di
per
sé
può
affascinare
ed
è
giusto
sia
così
(del
resto,
citando
Borges,
“la
soluzione
del
mistero
è
sempre
inferiore
al
mistero”)
ma
il
mistero
che
avvolge
e
preserva
l’altra
faccia
del
potere
–
quella
più
nascosta
e
più
sinistra
–
è
una
maschera
inquietante
che
alimenta
le
peggiori
storie
parallele.
Senza
andare
troppo
lontano,
basta
ripercorrere
la
vita
pubblica
del
nostro Paese negli ultimi cinquant’anni.
Quella
del
nodo
è
una
delle
‘immagini’
che
meglio
condensa
i
macroavvenimenti
degli
ultimi
due
anni,
già
proiettati
a
diventare
storia.
Il
nodo
della
pandemia,
il
nodo
della
guerra
in
Ucraina
(senza
dimenticare
le
altre
quasi
sessanta
che
si
combattono
sul
pianeta)
e
i
nodi
connessi
–
una
sorta
di
costellazione
–
delle
crisi
energetica,
economica,
sociale,
alimentare
(ma
un
nodo-
costellazione
è,
ovviamente,
anche
la
pandemia).
Abbiamo
poi
nodi
a
espansione
globale,
ormai
storici
ma
tuttora
in
divenire
e
che
continuano
a
essere
cronaca,
sia
pure
con
una
risonanza
ondivaga:
l’emergenza
climatica,
le
diseguaglianze
fra
Paesi
e
all’interno
dei
Paesi,
le
migrazioni;
e
altri
di
lunga
durata
e
solo
apparentemente
più
circoscritti,
come
l’Afghanistan
e
la
questione
palestinese...
Non
sono
che
sparsi
esempi.
La
Terra
è
disseminata
di
nodi.
Nodi
in
attesa
di
un
pettine.
O
forse,
anzi
senz’altro,
il
pettine
è
già
stato
usato,
e
magari
più
di
una
volta,
ma
senza
efficacia,
oppure
ingarbugliando
ancora
di
più
questo
o
quel nodo.
In
alcuni
casi
sembra
che
un
nodo
nemmeno
abbia
bisogno
del
pettine
per
manifestarsi
e
avere
subito
una
spiegazione
chiara.
Un
nodo
si
scioglie
quando
si
accertano
delle
responsabilità
e
se
le
responsabilità
risultano
lampanti
fin
dall’inizio
non
si
ha
–
almeno
sul
piano
interpretativo
–
alcun
nodo
(la
Russia
che
invade
l’Ucraina,
per
esempio,
è
indubbiamente
un
fatto-verità).
Eppure
quello
è
il
momento
in
cui
il
nodo
si
forma.
La
spiegazione
in
sé
non
basta
certo,
come
una
magica
bacchetta,
ad
arrestarne
la crescita.
Ormai
possiamo
assistere
al
formarsi
di
un
nodo
in
tempo
reale
e
avere
un
aggiornamento
costante
e
in
diretta
aprendo
la
bacheca
online
di
un
giornale.
Si
tratta
di
un
privilegio.
Abbiamo
visto
il
nodo
del
conflitto
nel
suo
rapido
ingrossarsi,
assorbendo
un
mix
di
notizie
vere
e
filtrate
se
non
distorte,
fakes,
propaganda,
cronaca
camuffata
perché
di
parte,
contrasti
fra
partiti
favorevoli
o
contrari
all’invio
di
armi,
diatribe
geopolitiche
con
il
prevalere
schiacciante
di
una
linea
di
pensiero
ferma
alla
verità
di
partenza
e
passiva
di
fronte
all’ipotesi
del
negoziato
(con
la
conseguente
messa
all’indice
di
altre
posizioni,
tacciate
di
“filoputinismo”
o
di
pacifismo
retorico).
Quel
privilegio
prevede
tuttavia
uno
scotto
da
pagare:
l’arretramento
della
realtà,
subissata
da
una
cronaca
esorbitante.
Dov’è
la
realtà,
il
fatto
in
sé
e
per
sé?
E`
in
corso
una
“guerra
ibrida”
e
anche
i
fatti
appaiono
sempre
più
ibridati
con
l’informazione
(si
dice
che
senza
cronaca
un
fatto
non
esiste,
cosa
per
molti
versi
vera).
Le
nostre
stesse
opinioni
si
innestano
sulle
informazioni.
Per
avere
un
fatto
nudo
e
crudo
dovremmo
essere
testimoni
sul
campo,
ma
non
lo
siamo,
ed
è
questo
il
primo
dei
nostri privilegi.
A
nodi
si
aggiungono
nodi,
compresi
quelli
secondari
che
si
intrecciano
con
altri
più
grandi
(e
solo
in
questo
senso
secondari).
Sono
nodi
spin
off,
simili
ai
personaggi
–
secondari,
appunto
–,
di
una
serie
televisiva
che
diventano
protagonisti
di
un’altra
serie
costruita
su
di
loro.
Questi
nodi
hanno
una
durata
limitata,
pressati
come
sono
da
altri
nodi-notizia,
ma
non
è
escluso
che
possano
ricomparire
in
futuro.
Così
è
stato
con
il
battaglione
Azov
e
i
civili
asserragliati
nell’acciaieria
di
Mariupol,
oppure
così
è
al
momento
con
il
sabotaggio
del
gasdotto
Nord
Stream
2,
una
vicenda
da
spy
story,
con
tre
indiziati
(servizi
segreti
russi,
statunitensi
o
ucraini),
sulla
quale
sta
indagando
una
commissione d’inchiesta.
Ma
più
delle
commissioni
ufficiali
in
casi
simili
può
il
giornalismo
d’inchiesta.
E
noi
tutti
fruitori
di
informazioni
dovremmo
avere
un
atteggiamento
analogo:
investigativo,
appunto.
Tutto
è
talmente
e
facilmente
divulgabile
e
assorbibile
hic
et
nunc
da
essere
altrettanto facilmente falsificabile e fraintendibile.
Ho
avuto
questi
pensieri
pettinando
la
mia
gatta
persiana,
dunque
un
felino
dal
pelo
lungo
e
folto.
Di
solito
sul
dorso
il
pettine
scorre
senza
intoppi,
non
così,
guarda
caso,
nella
parte
‘nascosta’,
la
pancia,
cosparsa
di
nodi
nonostante
le
attenzioni
quotidiane.
Scioglierli
tutti
è
impossibile,
men
che
meno
eliminarli.
E`
un
proliferare
continuo.
Non
mi
sarei
mai
aspettato
di vedere rappresentato sulla sua pancia un planisfero di nodi.