codice ISSN 2239-0235
ultimo aggiornamento: 31/08/2016
Il sommario
blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso
CRITICA, CREATIVITA’ E
DISSENSO
Dino Formaggio, noto studioso, esteta e fenomenologo ,
già ordinario della cattedra di Estetica presso la
Università degli Studi Statale di Milano fino agli anni 90,
autore di diversi testi riguardanti la ricerca estetica con
M.Dufrenne, affermava, forse con una certa ironia, che
“arte è tutto ciò che l’uomo definisce arte”. La situazione
attuale nell’epoca della globalizzazione imperante
sembra confermare quel detto. La ricerca, nel mondo
globalizzato, gestito dalle grandi reti di informazione,
dalla finanza, dalle grandi lobby di potere per lo più
americane, decide quale debba essere la cultura del
nostro tempo, per lo più asservita al capitale, dunque al
mercato dell’arte, che esibisce diversi linguaggi
espressivi. Dalle performaces alle installazioni, dai video
art ai vari giochi multimediali, è tutta una temperie
artistica etero diretta piegata alla logica culturale della
classe dominante, da cui ricava, tramite il gioco
finanziario, motivi di profitto, asservendo l’artista al
marketing, dunque omologandolo ad una arte legata ai
giochi del mercato.
Le manifestazioni artistiche apparentemente diversificate
tra di loro, in realtà omogenee nella loro diversità,
mostrano come l’artista, supportato dal binomio
mercante-critico d’arte, diviene oggetto per spot di
multinazionali che operano in tali settori, producendo per
quello, come già da tempo sostiene Jean Clair, non arte,
ma mistificazione dell’arte.
Già Hobsbawm, nella “Fine della Cultura” accenna come
stia scomparendo il nostro concetto tradizionale di arte,
poiché “ l’arte non è più che una serie scollegata di
creazioni artistiche personali…”.
Scrive Massimo Recalcati, nella pagina culturale di un
noto giornale che, ” la genesi sublimatoria dell’arte...” che
dovrebbe invece comportare “una elevazione dell’oggetto
artistico alla dignità di una icona, subisce un brusco
cambiamento di direzione: dall’elevazione alla
degradazione” nel “carattere informe, sensoriale e
materiale e tecnologico delle nuove pratiche”… artistiche.
Dunque, non più ricerca dell’assoluto. Il nostro atto di
conoscenza dovrebbe, al contrario, essere affidato ad
una piena libertà. L’immagine poetica dovrebbe sempre
tradursi in un nuovo linguaggio.
Di fatto qui si pone il problema della creatività. Attraverso
la creatività, la coscienza immaginante si trova ad
essere, con estrema semplicità ma anche con estrema
purezza, una originale apertura al mondo.
La vera arte avviene solo nel momento in cui si da voce
al silenzio e dunque anche alla tensione verso
l’assoluto. Rendere visibile ciò che si nasconde, scriveva
Merleau Ponty ne “L’occhio e lo Spirito”, aprirsi al
mistero delle cose, per cui si possa instaurare una
esperienza di pensiero tale da poter raggiuingere quel
mistero e il suo senso.
Da tempo sono scomparse le grandi narrazioni. Cessate
le committenze che lo supportavano, privo di riferimenti
ideali, l’artista vive oggi una anomia di valori. Mancano
purtroppo i presupposti storici affinché si crei un
mutamento nel fare arte. Vi è più libertà, oggi, nell’arte
come progetto, c’è più veridicità nel design, ove la ricerca
è orientata verso contenuti concreti.
Se l’arte e il sapere sono divenuti una particolare forma
di merce, fonte di profitto e mezzo di controllo. dove sta
la sua legittimità? Solo attraverso il dissenso si produrrà
una nuova arte e un nuovo sapere, e forse un nuovo
modello culturale.
E’ proprio attraverso il dissenso che possiamo capire
come funziona la società nell’era della globalizzazione:
una molteplicità di linguaggi la percorrono intrecciandosi
e falsificando lo stato dell’arte, con la complicità dei critici
e dei mercanti che favoriscono la speculazione e i giochi
finanziari.
Dunque, forse solo tramite il dissenso e l’avvento di un
nuovo modello di società, acuiremo la nostra sensibilità
alle differenze, comprenderemo i paradossi della società
globalizzata compiendo su di essa riflessioni e indagini
critiche, per poter dunque, poi, costruire nuove proposte
di arte e di pensiero.
[Qui online dal 02/05/2016]
Pittore nato a Milano nel
1936, si laurea prima in
Filosofia poi in
Paletnologia presso
l’Università degli Studi di
Milano. Negli anni 70 e 80
ha cogestito la Galleria di
Porta Ticinese a Milano
Mario
Borgese
riContemporaneo.org
opinioni, riflessioni, polemiche e proposte sull’arte contemporanea
n.9