codice ISSN 2239-0235
ultimo aggiornamento: 31/08/2016
Il sommario
L’amico Del Guercio porta qui un punto di vista diverso
rispetto alla riflessione che ho avanzato sulla critica
d’arte di oggi. Sono interessanti le sue argomentazioni,
ed è interessante anche la proposta di “tavola rotonda”
su questi temi che ha formulato. Vedremo dunque di
organizzarla insieme, e ne daremo poi conto ai nostri
lettori...
(G.S.)
CARO SEVESO,
BISOGNA TENER
CONTO DI TUTTO...
Caro Seveso,
il documento che pubblichi in merito alla critica d'arte,
sebbene sia in gran parte condivisibile sul piano di
principio, non tiene conto che, nel bene e nel male,
l'intero sistema dell'arte sia cambiato e inevitabilmente,
con estrema rapidità di trasformazione, anche le
competenze e le funzioni della critica d'arte, dove anche
nelle funzioni e nelle responsabilità organizzative implica
la fase di giudizio. Forse si dovrebbe ripartire dall'analisi
del sistema, osservarne la stratificazione e mettere in
luce le diverse nuove realtà, scoprendo all'interno di
questo nuovo mondo anche forme molto interessanti e
spazi di intervento, competenze estremamente positive,
accanto a quelle degenerazioni che denunci.
L'analisi della trasformazione ci permetterebbe di
verificare che sono state anche corrette quelle molte
inadeguatezze e le numerose degenerazioni che anche
la critica si portava dietro dagli anni '50 e '60, le sue
rigidità e quella autoreferenzialità che riconosci nel
presente. Sei sicuro che la stessa critica degli anni
'60/'80 non esprimesse funzioni e responsabilità che
hanno prodotto vittime e difetti che ancora non vogliamo
riconoscere? E' un male che oggi sia dia un nome a
funzioni che la critica svolgeva in zona d'ombra,
nell'estesa ambiguità della responsabilità personale?
Non è forse che anche da quelle aree grigie ha preso
spunto una degenerazione delle competenze?
L'estensione di un sistema caleidoscopico
dell'espressività artistica, accanto alla moltiplicazione
delle forme di partecipazione e comunicazione della sua
produzione, assolutamente indipendente rispetto al
giudizio critico e consegnata alla sensibilità del fruitore e
alle sue competenze in materia, rappresenta, compresi i
rischi evidenti e noti, un potenziale straordinario poco
sostenuto e raramente visitato; le forme di accessibilità al
sistema dell'arte, tra produzione, comunicazione e
collezionismo, formalizzate nella globalizzazione
internazionale ha fatto passi da gigante ed in meno di un
decennio ha esteso la sua capacità di penetrazione nel
tessuto sociale. Un tracciato complesso e costantemente
rinnovato che corre parallelo, senza interferire per lunghi
tratti, con fasce diversamente specificatesi, per poi
scoprire trasferimenti e contaminazioni di autori del tutto
imprevedibili e non programmabili dalla critica e
dall'organizzazione dell'arte. Alla scelta di operare in un
nuovo sistema di accessibilità, ha fatto riscontro la
conseguente affermazione di un nuovo collezionismo,
che appare al centro di numerose forme di
comunicazione e di nuove realtà propositive; si avverte
l'affermazione di un sistema articolato di attività
imprenditoriali, determinate a prendere possesso di quel
patrimonio di creatività che si perde lungo i processi, ora
rigidi ora effimeri, del sistema dell'arte. Appare una
preziosa opportunità affrontare e dare risposte all'alto
tasso di qualificata produttività artistica, giungendo a
favorirne non solo la diffusione ‘espositiva’, ma
sopratutto l'immediata circolazione, consegnandola
subito alla fruizione familiare. Il principio strategico teso a
riposizionare la figura del collezionista, dello scopritore di
talenti, in anticipazione rispetto al tradizionale sistema di
mercato, ma anche in evidente autonomia e
indipendenza dai ristretti circuiti della finanza dell'arte, si
fonda sull'esperienza costitutiva dell'indagine critica
all'interno della produzione dell'arte. La cultura critica si
costituisce e si qualifica attraverso l'applicazione
esperienziale del principio di sfaccettamento e di
moltiplicazione insito nel meccanismo che anima il
caleidoscopio, dove lo stesso soggetto inquadrato – la
realtà – rivela, attraverso una diversa posizione degli
specchi – l'individualità dello sguardo – infinite variabili
percettive; ogni evento espositivo predisposto non
lavorava sulla separazione tra i manufatti espressivi, ma
sulla loro contaminazione, prediligendo la babele
linguistica al monologo. L'obiettivo torna ad essere quello
di offrire e suggerire alla fruizione una personalizzazione
delle soluzioni, per stimolare suggestioni e forme di
relazione.
Trasformando la mia professione lungo direttive in ottica
europea ho inteso costruire negli anni una stretta
relazione tra l'attività critica e una nuova stagione del
collezionismo; lungo questo percorso di ricerca e di
verifica, arricchito dall'azione didattica dell'arte e dalla
contaminazione anche con il patrimonio antiquario, ha
trovato un autonomo e specifico spazio la fruizione
dell'arte condotta sul piano dei linguaggi visivi, delle aree
tematiche e delle esperienze estetiche, a trecento
sessanta gradi.
L'obiettivo è sempre stato il coinvolgimento della
fruizione e non il suo condizionamento. Le problematiche
che sottendono al concetto di condizionamento sono
complesse e si articolano attraverso una rete di fattori in
costante relazione e scambio di sovrapposizione. D'altra
parte anche l'evidente interferenza del sistema
finanziario, sollecitato dalla ricerca di forme di
investimento alternativo, ha posto comunque al centro
della cultura globale la questione dell'arte, ne ha
internazionalizzato la comunicazione, ha reso l'arte una
forma di costume sociale. Sulla base di questa notevole
spinta, compresi i difetti ma anche gli evidenti vantaggi,
l'intero sistema dell'arte si dimostra in movimento
costante, vive una instabilità che anche la funzione
critica deve saper frequentare facendo individuali scelte,
trovando competenze e specificazioni di ruolo.
Se lo ritieni utile sono disponibile ad organizzare con te
una 'tavola rotonda a più voci' su questi temi, con
l'obiettivo di pubblicarne i risultati.
[Qui online dal 03/05/2016]
blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso
E’ nato a Roma nel
1954, vive a Milano.
Allievo di Mina Gregori,
studioso di Scuola
longhiana, è stato
assistente di Raffaele
De Grada e
collaboratore di
Giovanni Carandente. E’
titolare della Cattedra di
Storia dell’Arte
Contemporanea presso
l’Accademia di Belle Arti
di Brera.
Andrea B.
Del Guercio
riContemporaneo.org
opinioni, riflessioni, polemiche e proposte sull’arte contemporanea
n.9