Un commento di
RIVISTA TEMATICA ONLINE
ACHILLE GUZZARDELLA
Scultore, pittore e
insegnante.
Nato a Milano nel 1955,
dove vive e opera.
Decadenza sociale e
artistica: testimonianza di
uno scultore
Penso che il periodo che stiamo vivendo sia in tutti i sensi di grande
decadenza culturale, politica e artistica. Quello che è capitato agli italiani
in quest'ultimo mese è sconcertante. Un popolo serio, fatto per la maggior
parte di onesti lavoratori certo non merita misure così rilevanti e restrittive.
Misure in un'unica direzione prese dal governo attuale e da tutte le forze
politiche di destra, di centro e di sinistra. Un intervento così ingiusto e
iniquo per risanare i così detti conti pubblici non si era mai verificato.
L'iniquità della manovra è colossale e così pure la concertazione dei partiti
e dei sindacati, l'ingiustizia sulle pensioni è stratosferica. Diritti maturati
dal dopo guerra a oggi con governi che si sono succeduti con bandiera
politica diversa vengono a crollare di colpo. Quando dei governanti al
servizio solo dei grossi capitalisti e della casta dei banchieri sacrificano
l'economia e le risorse della maggior parte della popolazione (cosa non
fatta dai governanti tedeschi e francesi e, dove per altro i lavoratori, gli
impiegati di ogni settore ecc. hanno ben altri stipendi, due volte e più di
quelli italiani, e tra l'altro il costo della vita è inferiore e l'euro è euro in tutte
le nazioni europee) per gli interessi del grande potere economico, dicendo
che la manovra fatta è il male minore, e non intervengono con leggi
appropriate per recuperare parte del patrimonio evaso, come del resto
sappiamo, sia stato attuato dai governanti tedeschi e inglesi, vuol dire che
il senso di giustizia dello stato è tramontato,allora le prospettive future e
prossime non possono che essere molto negative.
Non si capisce la fretta di approvare questa manovra, si voleva proprio
incidere sui lavoratori italiani, gli operai, gli esercenti, gli insegnanti, i
professionisti, gli artigiani, tutte le categorie che non hanno gran cumulo di
capitali e non sfruttano il prossimo con grandi plusvalenze, era
un'occasione unica e preparata nel tempo per ritardare il pensionamento di
molti anni degli italiani, era lo scopo centrale e più importante di tutta la
manovra messa in piedi dal potere dei ricchi; caso strano due giorni dopo
la manovra sono state elargite dalla comunità europea risorse
economiche per le casse delle banche anche Italiane.
Non mi convince per nulla che questa manovra aiuti i giovani in futuro.
Allungando l'età pensionabile, i giovani entreranno sempre meno nel
mondo del lavoro. Le così dette aspettative di vita di berlusconiana
memoria e menzionate da don Verzè fino a centoventi anni di vita futura
sono una chimera e una balla delle più grosse di questi ultimi secoli. Il
vento è veramente cambiato, l'Italia sta già andando indietro, altro che
progresso tecnologico, il progresso se utilizzato come stanno attuando
servirà sempre più a controllare le masse, non a favorire il miglioramento
della vita, diminuire le ore di lavoro ,favorire il dialogo tra le persone,
rendere la vita di tutti più serena; tutt'altro: l'aumento di competitività
porterà a maggiori frustrazioni materiali e morali e ancor più allo scontro
tra popoli.
Ho fatto questa premessa sul sociale perché mi è più difficile entrare nel
mondo artistico attuale senza essere molto polemico; mi perdonerà il
lettore, ma non posso tradire i miei principi, il mio fare, la mia concezione
dell'arte per la quale la scultura è scultura se scolpita o modellata, la
pittura è pittura se chi la pratica sa mescolare il colore a olio, acrilico, a
tempera o ad acquarello e sa stenderlo sul supporto più idoneo (tela,
tavola, cartone, muro). Si tratta poi di usare i termini in italiano nella
maniera più appropriata, i termini con il loro significato giusto, (dipingere
deriva da pittare, porre, stendere con il pennello del colore
opportunamente preparato) . Se poi uno va a fare la cacca e la vuole far
passare per una "installazione " o come opera concettuale o altra forma
d'arte, è libero di farlo . Siamo in un periodo nel mondo dell'arte, del
mercato dell'arte, che si può fare di tutto, tutto è concesso, l'importante è
che sia supportato dal denaro e dallo scritto di qualcuno.
Appartengo a una categoria di artisti che si potrebbe definire dei
"PRIMITIVI TRADIZIONALI", che cioè studiano ancora la figura e la forma
astratta e non ritengono l'argomento esaurito. Leggendo gli articoli di amici
e colleghi vedo che molti si sono intrattenuti sulla recente biennale di
Venezia. Dopo aver visto il catalogo, ho deciso di non andare a vedere la
manifestazione internazionale nella splendida città veneta. Purtroppo sono
andato a vedere il padiglione di quella italiana di Bologna e mi rammarico
di averla vista. Mi è sembrata oscena, brutta, soprattutto per la
sistemazione d'installazioni accanto a quadri antichi seicenteschi, poche le
opere valide, solo quelle novecentesche. Le opere degli artisti viventi e
sopratutto dei giovani artisti non sono gradevoli, espressioni per lo più del
caso, e ripetizioni di avanguardie viste e riviste, discutibili anche nella loro
esecuzione. Mostra voluta da Vittorio Sgarbi,personaggio che tra l'altro
apprezzo per altre sue scelte o per alcuni suoi scritti.
La scelta sgarbiana di aver organizzato la biennale italiana nelle varie
regioni può considerarsi positiva, ma quella di aver demandato a
duecento persone (intellettuali, imprenditori, attori, uomini che occupano
posizioni sociali rilevanti in ogni settore) l’indicazione di un artista e in
molti casi di un amico artista con il quale può avere avuto anche interessi
economici ecc. mi sembra che sia stato un vero scaricamento di
responsabilità artistica.
Sgarbi è riuscito a compiere, invece, un'operazione di analisi sulle scelte
artistiche effettuate dai molti amici e conoscenti, una sorta di sondaggio
sul livello intellettuale e artistico di molti esponenti del mondo più in vista
della cultura italiana, e proprio questo mi sembra l'unico senso
dell'operazione di Vittorio. Da questo punto di vista Vittorio Sgarbi è un
vincente, alla faccia però di tutto il popolo amatore d'arte.
Sgarbi a mio giudizio conosce bene le tragicità culturali e artistiche nelle
quali stiamo vivendo, cerca comunque di compiere delle operazioni e
trarne del beneficio. È un atteggiamento che hanno in altri campi anche
molti ben pensanti e uomini politici, e la stragrande maggioranza di chi è
avallato o sostenuto dagli scritti dei molti editorialisti di giornali.
Ritornando all'arte, le scelte oggi giorno sono solo dovute alle occasioni e
a motivazioni meramente economiche, contano solo gli aspetti commerciali
e ovviamente le grandi operazioni sono quelle che contano, non importa
quale sia la merce artistica da proporre e scambiare, l'importante che sia
valutata tanto. Grandi speculazioni,investimenti sull'arte effimera, destinati
a volgersi domani o anche dopo mesi o addirittura anni in grandi fiaschi, "
bolle di sapone per il futuro". L'arte come fatto emozionale e invenzione
estetica che mira a elevare l'uomo, i suoi valori morali, le coscienze, i veri
valori umani, davvero non conta più ormai da molti anni.
Viviamo un appiattimento totale. Anche alcune scelte di prelati e porporati
sono molto discutibili. E' il caso dell'Evangelario edito recentemente ed
esposto a Palazzo Reale di Milano con tavole di artisti appoggiati dal
mercato e riconosciuti dalla propaganda attuale. Sono tavole molto
elementari, qualche associazione di colore e poco più, non adatte a
rappresentare pagine del Vangelo. Io però sono convinto che i bravi artisti
ci siano anche tra molti colleghi pittori e scultori che conosco e che
operano a Milano, in Lombardia ecc. ma molti di loro sono tenuti nascosti.
Non avendo come si è capito peli sulla lingua, e rischiando forse che
questo mio scritto non sia pubblicato, devo dire che i casi più clamorosi del
panorama artistico attuale italiano cioè quello del signor Maurizio Cattelan,
e quello del signor Arnaldo Pomodoro ( "il potente di Milano", tra l'altro
scultore dal sottoscritto stimato per i suoi lavori degli anni cinquanta e
sessanta vicini a quelli di suo fratello Giò ) siano i due artisti, ognuno con
le sue peculiarità e modi di fare arte e politica dell'arte, più tenuti in
considerazione dai partiti della sinistra , dalla destra e del centro
(ammesso che esistano ancora queste differenze alle quali non credo più
da molto tempo), e siano i più propagandati dai giornali e dalle tv, due
“paladini” della cultura artistica Italiana nel mondo se si può parlare di
cultura artistica .E questo a discapito dei nomi di tutto il secondo
novecento, degli informali, degli astrattisti, degli artisti di Corrente, di quasi
tutti gli artisti del mercato degli anni settanta, ottanta, novanta come
l'amico Dova per esempio, tutti quasi dimenticati.
Un mercato fermo, in recessione spaventosa .
Per non parlare degli artisti viventi, restringendo il campo al gruppo degli
scultori che operano a Milano e che vanno dai cinquanta agli ottanta anni
d’età, tutti ignorati dall'amministrazione comunale. Non si fanno più
monumenti, qualcuno non vuole ( chi vuol intendere intenda).
Durante il fascismo gli artisti lavoravano, gli scultori erigevano monumenti,
collaboravano a molte costruzioni, abbellivano edifici statali e comunali
con decorazioni, rilievi ecc. Gli unici esempi attuali di scultura a Milano
sono solo ruote e punte di coni decorati o, semmai, solo mani mozzate al
centro di piazze richiamanti un'estetica di ventennale memoria se non
peggio. Si potrebbero creare dei percorsi con sculture degli artisti che
operano a Milano da collocarsi, ad esempio, nei tanti parchi pubblici e
questo con l'occasione dell'Expo. Ma pazienza! di questi tempi bisogna
sopportare tutto, non è offerto di più al cittadino milanese e multietnico,
semmai una nuova, si fa per dire, scultura di Pomodoro, della quale
abbiamo tutti molto bisogno...
E' da un bel po' di tempo che solo Cattelan e Pomodoro sono vedette
indiscusse del Corriere della Sera e degli altri quotidiani milanesi, con una
pagina o mezza pagina ogni settimana o quindici giorni, certe volte anche
doppi o tripli articoli su pagine diverse dello stesso giornale. I direttori dei
giornali non controllano più, non usano la minima logica, se ne fregano dei
loro lettori, non c'è senso del limite. Il troppo tra l'altro può essere
controproducente anche per l'artista, ma tutto è mercato e tutto va bene.
La fondazione Pomodoro, giorni dopo l'annuncio sui giornali della sua
chiusura con articoli a profusione sul suo scultore fondatore, continuava a
tenere serate così dette culturali d'intrattenimento.
Bugie, bugie, bugie alle quali siamo tutti abituati. Mi sembra proprio che
dal punto di vista socio-politico e dal punto di vista artistico l'Italia sia
messa ormai proprio male, e purtroppo non vedo di meglio per i prossimi
anni. D'altra parte vivo nella speranza che le cose migliorino, ma quando
una società è in decadenza viene fatto di pensare che solo un miracolo
potrà far rinsavire le coscienze di chi amministra il potere.
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