numero

| © blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso  dal 2011   |    Codice ISSN 2239-0235 |

FOTOGRAFIA, ARTE,

CULTURA

Una nuova rivista per contaminazioni

contemporanee

Le esperienze di arte contemporanea, e più ancora di arte attuale, indicano chiaramente non solo il delinearsi ma anche il consolidamento di una tendenza di trasversalità che passa attraverso tutte le forme d’espressione e, per quanto riguarda in particolare la fotografia, delle arti visive. La fotografia in Italia ha dovuto faticare non poco per raggiungere uno status riconosciuto nel mondo dell’arte. Alla base di questo ritardo culturale tanti motivi: dal difficile riconoscimento di un linguaggio specifico della fatale invenzione, agli equivoci sulla funzione mimetica della fotografia, considerata a lungo tempo arte minore. giovò, nel nostro Paese almeno fino agli anni sessanta, l’antica e corposa tradizione salonistica dei circoli fotografici, sempre in bilico tra fotoamatorismo e l’estenuato formalismo dominante, conseguenza anche del lungo periodo del ventennio fascista che aveva precluso qualsiasi possibilità di praticare una fotografia realistica e sintonizzata su linguaggi moderni. A questo si aggiungevano i pregiudizi socioculturali che definivano la figura del fotografo nel senso popolare del termine: equivoco interpretato genialmente da Fellini che nel mitico La dolce vita (1960) inventa la figura del paparazzo, del fotografo cioè continuamente a caccia di gossip con cui riempire le pagine dei giornali popolari dell’epoca. Questo argomento, del rapporto tra fotografia e cinema soprattutto nella filmografia felliniana - dove questa attenzione a Fellini è anche un omaggio al maestro riminese in occasione del centenario della sua nascita che cade proprio in questi giorni - è stato oggetto di un mio articolo sul secondo numero di una nuova rivista, FC - FOTOGRAFIA E[È] CULTURA , un semestrale di cui nel 2019 sono usciti i primi due numeri e che mi onoro di dirigere. La rivista nasce proprio dalla necessità di rispondere a un bisogno che sentivamo urgente di realizzare un prodotto editoriale non di fotografia ma di riflessione sulla fotografia, sull’arte e sulla cultura in generale, così come recita la testata in cui i due sostantivi sono collegati da una doppia e, congiunzione e verbo. Realizzata grazie alle risorse messe in campo dall’Associazione AFIP International (Associazione Fotografi Professionisti Italiani), presieduta dal famoso fotografo Giovanni Gastel, la rivista, in tempi di vacche magre editoriali, sta avendo un successo al di di ogni nostra aspettativa, probabilmente proprio per quel motivo cui accennavo prima e di cui la trasversalità e la contaminazione rappresentano uno dei pilastri redazionali ed editoriali. I tanti collaboratori - fotografi, studiosi, critici, artisti, scrittori e operatori vari del mondo della cultura - che ci onorano del loro contributo innanzitutto rappresentano vari ambiti e i loro testi e immagini, pur nella loro totale autonomia, sono comunque legati o da un tema dominante che occupa in ogni numero una parte della rivista o da un legame tra le diverse discipline che evidenzia quello che pare uno stato consolidato del fare arte oggi, appunto la trasversalità e la contaminazione. Scrivo di questa rivista - e i lettori del riContemporaneo.org mi perdoneranno non solo per fini promozionali ma soprattutto perché ritengo, e spero di non sbagliarmi, che questa operazione editoriale possa essere un segnale di come si possa fare oggi cultura e arte anche dove mancano i mezzi: la rivista vive sul volontariato e la disponibilità degli autori - nel segno di un approccio rigoroso, che nulla concede a esigenze esterne che non siano le riflessioni dei contributors. Anche la parte iconografica non prevede presentazioni di portfolio con relative presentazioni critiche ma le immagini sono scelte in base al contenuto degli articoli: l’aspetto entusiasmante è che moltissimi tra i fotografi italiani più affermati ci concedono volentieri l’uso delle loro immagini perché sono consapevoli di partecipare a un progetto squisitamente culturale e non commerciale. Nel primo numero il tema dominante, ma, ripeto, non esclusivo, è stato “Cosa è cambiato nella fotografia, nella cultura e nell’arte a 50 anni dal ’68”; nel secondo numero, uscito a dicembre scorso, il tema è stato “Gli archivi” considerati non soltanto secondo una lettura storico-filologica e pratica ma anche come occasione di rivisitazioni e manipolazioni contemporanee. Su questi due temi e su molti altri argomenti - dalla letteratura al design, dall’architettura alla grafica, alla sociologia ai nuovi media - si sono intrecciate e continuano a intrecciarsi le riflessioni e le testimonianze di tanti amici e collaboratori, con l’obiettivo di realizzare un prodotto editoriale di alto profilo, colto ma nello stesso tempo non elitario, divulgativo, destinato per quanto possibile a un largo pubblico che voglia andare oltre le consuete pubblicazioni di fotografia, non per essere informato su eventi e autori, per conoscere e approfondire. FC - FOTOGRAFIA E[È] CULTURA Semestrale di fotografia, arte e cultura Comitato editoriale: Pio Tarantini, direttore; Pietro Privitera, coordinatore scientifico; Giovanni Gastel, Presidente AFIP International. Editore Oberon Media, Milano. Reperibile nelle librerie specializzate come Hoepli, Galleria Sozzani di Corso Como 10 oppure on-line. Info

riContemporaneo.org | opinioni, polemiche, proposte sull’arte contemporanea

15 Pio Tarantini  Fotografo, critico e giornalista, è nato nel 1950 a Torchiarolo, nel Salento. Dal 1973 vive a Milano.
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polemiche e proposte sull’arte contemporanea

15 Pio Tarantini  Fotografo, critico e giornalista, è nato nel 1950 a Torchiarolo, nel Salento. Dal 1973 vive a Milano.

FOTOGRAFIA,

ARTE,

CULTURA

Una nuova rivista per

contaminazioni contemporanee

di Pio Tarantini Le esperienze di arte contemporanea, e più ancora di arte attuale, indicano chiaramente non solo il delinearsi ma anche il consolidamento di una tendenza di trasversalità che passa attraverso tutte le forme d’espressione e, per quanto riguarda in particolare la fotografia, delle arti visive. La fotografia in Italia ha dovuto faticare non poco per raggiungere uno status riconosciuto nel mondo dell’arte. Alla base di questo ritardo culturale tanti motivi: dal difficile riconoscimento di un linguaggio specifico della fatale invenzione, agli equivoci sulla funzione mimetica della fotografia, considerata a lungo tempo arte minore. giovò, nel nostro Paese almeno fino agli anni sessanta, l’antica e corposa tradizione salonistica dei circoli fotografici, sempre in bilico tra fotoamatorismo e l’estenuato formalismo dominante, conseguenza anche del lungo periodo del ventennio fascista che aveva precluso qualsiasi possibilità di praticare una fotografia realistica e sintonizzata su linguaggi moderni. A questo si aggiungevano i pregiudizi socioculturali che definivano la figura del fotografo nel senso popolare del termine: equivoco interpretato genialmente da Fellini che nel mitico La dolce vita (1960) inventa la figura del paparazzo, del fotografo cioè continuamente a caccia di gossip con cui riempire le pagine dei giornali popolari dell’epoca. Questo argomento, del rapporto tra fotografia e cinema soprattutto nella filmografia felliniana - dove questa attenzione a Fellini è anche un omaggio al maestro riminese in occasione del centenario della sua nascita che cade proprio in questi giorni - è stato oggetto di un mio articolo sul secondo numero di una nuova rivista, FC - FOTOGRAFIA E[È] CULTURA , un semestrale di cui nel 2019 sono usciti i primi due numeri e che mi onoro di dirigere. La rivista nasce proprio dalla necessità di rispondere a un bisogno che sentivamo urgente di realizzare un prodotto editoriale non di fotografia ma di riflessione sulla fotografia, sull’arte e sulla cultura in generale, così come recita la testata in cui i due sostantivi sono collegati da una doppia e, congiunzione e verbo. Realizzata grazie alle risorse messe in campo dall’Associazione AFIP International (Associazione Fotografi Professionisti Italiani), presieduta dal famoso fotografo Giovanni Gastel, la rivista, in tempi di vacche magre editoriali, sta avendo un successo al di di ogni nostra aspettativa, probabilmente proprio per quel motivo cui accennavo prima e di cui la trasversalità e la contaminazione rappresentano uno dei pilastri redazionali ed editoriali. I tanti collaboratori fotografi, studiosi, critici, artisti, scrittori e operatori vari del mondo della cultura che ci onorano del loro contributo innanzitutto rappresentano vari ambiti e i loro testi e immagini, pur nella loro totale autonomia, sono comunque legati o da un tema dominante che occupa in ogni numero una parte della rivista o da un legame tra le diverse discipline che evidenzia quello che pare uno stato consolidato del fare arte oggi, appunto la trasversalità e la contaminazione. Scrivo di questa rivista - e i lettori del riContemporaneo.org mi perdoneranno - non solo per fini promozionali ma soprattutto perché ritengo, e spero di non sbagliarmi, che questa operazione editoriale possa essere un segnale di come si possa fare oggi cultura e arte -anche dove mancano i mezzi: la rivista vive sul volontariato e la disponibilità degli autori - nel segno di un approccio rigoroso, che nulla concede a esigenze esterne che non siano le riflessioni dei contributors. Anche la parte iconografica non prevede presentazioni di portfolio con relative presentazioni critiche ma le immagini sono scelte in base al contenuto degli articoli: l’aspetto entusiasmante è che moltissimi tra i fotografi italiani più affermati ci concedono volentieri l’uso delle loro immagini perché sono consapevoli di partecipare a un progetto squisitamente culturale e non commerciale. Nel primo numero il tema dominante, ma, ripeto, non esclusivo, è stato “Cosa è cambiato nella fotografia, nella cultura e nell’arte a 50 anni dal ’68”; nel secondo numero, uscito a dicembre scorso, il tema è stato “Gli archivi” considerati non soltanto secondo una lettura storico- filologica e pratica ma anche come occasione di rivisitazioni e manipolazioni contemporanee. Su questi due temi e su molti altri argomenti -dalla letteratura al design, dall’architettura alla grafica, alla sociologia ai nuovi media - si sono intrecciate e continuano a intrecciarsi le riflessioni e le testimonianze di tanti amici e collaboratori, con l’obiettivo di realizzare un prodotto editoriale di alto profilo, colto ma nello stesso tempo non elitario, divulgativo, destinato per quanto possibile a un largo pubblico che voglia andare oltre le consuete pubblicazioni di fotografia, non per essere informato su eventi e autori, per conoscere e approfondire. FC - FOTOGRAFIA E[È] CULTURA Semestrale di fotografia, arte e cultura Comitato editoriale: Pio Tarantini, direttore; Pietro Privitera, coordinatore scientifico; Giovanni Gastel, Presidente AFIP International. Editore Oberon Media, Milano. Reperibile nelle librerie specializzate come Hoepli, Galleria Sozzani di Corso Como 10 oppure on-line. Info
La copertina del secondo numero della rivista