codice ISSN 2239-0235
ultimo aggiornamento: 9/07/2017
Il sommario
Giancarlo Vitali a Milano
blogMagazine pensato, realizzato e pubblicato in rete da Giorgio Seveso
TECNICA, LINGUAGGIO,
MEMORIA E...
INTELLIGENZA
ARTIFICIALE
Si racconta che il ceppo umano della Eva
mitocondriale, tornando verso l’Europa dopo la
migrazione verso l’Australia circa 40.000 anni fa, sia
entrato in contatto con i neandertaliani che dominavano
incontrastati il continente. In questo incontro si
manifestarono certamente rapporti, intrecci e
contaminazioni non solo culturali. Il sapiens
neandertaliano era gentile, poetico e creativo e aveva
un profondo senso del sacro. Il sapiens umano invece
era estremamente razionale e dominante. Alcune di
quelle unioni diedero vita ad individui “speciali”, che
possedevano entrambi i caratteri genetici delle due
componenti: gli artisti, i quali per questo hanno in loro
ancora oggi, forse, un pizzico di Neanderthal.
L’arte e l’espressione artistica, dunque, se ciò è
attendibile, sono a loro modo legate a quell’origine
ancestrale, al senso magico, rituale e sacrale
dell’esistenza. Dunque poesia e mistero. La coscienza
immaginante apre ad un universo di significati
instaurando quell'esperienza di pensiero tale per cui,
con estrema semplicità, ma anche con estrema
purezza, si può tornare alle origini, a una qualità del
pensare che renda raggiungibile il mistero delle cose,
tendendo all’ assoluto, rendendo dunque visibile ciò che
è invisibile (Merleau-Ponty).
Il fare, la poiesis dell’artista, è tuttavia
sottoposto all’incontro con la materia. Materia
alla quale si parla, come avviene quando la si
manipola; materia che cresce sotto la mano
dell’artista uscendo dal suo torpore.
Le mani fantasticano: dalle mani alle cose si
svolge tutta una psicologia. Per le cose il
mistero è dentro di loro. Una intimità umana si
apre perché entra nei misteri della materia: è
allora che avvertiamo come il mondo racchiude
ogni bellezza delle nostre chimere. Nella
situazione attuale, tuttavia, epoca della
globalizzazione, grandi lobby di potere decidono
quale debbano essere la cultura e l’arte
funzionale al mercato dell’arte, e inducono la
produzione di un’arte di mercato che lega
l’artista al marketing e alle sue ragioni, e dunque lo
omologa. Il mercato dell’arte, etero diretto, esibisce
diversi linguaggi espressivi: dalle performances alle
installazioni, dalla video art ai vari giochi multimediali,
ultime le arti tradizionali, la pittura e la scultura ormai
pressoché emarginate, salvo i grandi nomi del primo e
del secondo novecento, terreno di profitto per il
mercato medesimo. Né valgono i nuovi mezzi
tecnologici, fonti di possibili nuove esperienze artistico-
culturali, immediatamente riassorbiti dallo strapotere
dei giochi di mercato. Il fare arte, tuttavia, come il
senso del sacro, resta un bisogno insopprimibile
nell’umano, Dunque, al
di là delle logiche
inglobanti del potere,
l’uomo continuerà a
tendere al
soddisfacimento di tali
bisogni esplicando la
tensione verso il sacro
e la sua attività poietica
verso l’arte.
Se un viaggiatore nel
tempo potesse tornare
dal futuro ad oggi, ci
potrebbe raccontare a
quali accadimenti darà
luogo l’oltrepassamento
di quella soglia indicata
dagli scienziati come punto di Kurzweil e prevista per
l’anno 2045 (v. Ray Kurzweil fondatore della Singularity
University) in cui, secondo previsioni algoritmiche di
crescita esponenziale tecnologica, sembra che
l’intelligenza artificiale potrà superare quella umana.
Asimov docet: la saga dei suoi robot e delle Tre leggi
della robotica, insieme alle meraviglie del loro cervello
“positronico”, già nel secolo scorso anticipava questo
possibile scenario futuro
Già, l’intelligenza artificiale! E’ una narrazione che si
viene lentamente trasformando in realtà, con notevoli
implicazioni per il genere umano, quali, ad esempio, il
modo di concepire noi stessi e il mondo. E dunque,
quale futuro per l’arte e quale arte?
Quando l’intelligenza artificiale sarà in grado di
relazionarsi con noi o addirittura produrre
autonomamente arte, sarà necessario pensare o potrà
essa stessa pensare, in termini per noi inconcepibili, a
nuovi linguaggi, ad una nuova teoria etica, ad una
nuova teoria delle emozioni. Ed a una nuova teoria
estetica per fare arte.
L’avvento della intelligenza artificiale nelle nostre vite
porterà l’umano a meglio porsi le questioni fondamentali
sulla propria esistenza oppure ci dovremo rendere
conto di aver inconsapevolmente creato una minaccia
insormontabile? Come si dice: lo scenario “terminator” è
dietro l’angolo, e oggi non sono poche le menti
autorevoli propense a crederlo.
Sempre beninteso che i venti di guerra che soffiano
potenti in queste settimane, già fin d’ora non vengano a
precluderci quel domani.
A futura memoria!
[Qui online dal 1/05/2017]
Pittore nato a Milano nel
1936, si laurea prima in
Filosofia poi in
Paletnologia presso
l’Università degli Studi di
Milano. Negli anni 70 e 80
ha cogestito la Galleria di
Porta Ticinese a Milano
Mario
Borgese
riContemporaneo.org
opinioni, riflessioni, polemiche e proposte sull’arte contemporanea
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